BELIZE – IL GREAT BLUE HOLE
San Pedro | Belize – agosto 2015
Gli abissi del Blue Hole e la ricchezza sottomarina dei siti limitrofi
Il Belize è una delle destinazioni subacquee top nel mondo e deve la sua fama alla presenza del Blue Hole, una sorta di cenote in mare aperto; tuttavia anche i siti di immersione limitrofi presentano una ricchezza sottomarina invidiabile.
Per questi motivi – e per il fatto di essere una località esotica con atolli da cartolina – il Belize è una delle mete più ambite dagli appassionati di subacquea.
Le immersioni in Belize sono, in linea di massima, facilmente accessibili anche a subacquei con poca esperienza, ad eccezione del Blue Hole; quest’ultimo richiede invece una discreta preparazione a causa della profondità che si raggiunge, 40 metri, il massimo limite concesso nelle immersioni ricreative.
Le due località principali dalle quali vengono organizzate le uscite sono Caye Ambergris e Caye Caulker, due isole ad 1h30 di navigazione da Belize City.
Caye Ambergris è decisamente più strutturata per le attività subacquee e il suo piccolo fulcro cittadino, San Pedro, pullula di centri diving che propongono uscite giornaliere nei siti locali e trisettimanali al Blue Hole e a Turneffe.
Al contrario Caye Caulker è meno organizzata da questo punto di vista e si appoggia ai centri diving di Caye Ambergris, garantendo le uscite al Blue Hole solo in caso di raggiungimento di un minimo di partecipanti.
Se si vuole avere la garanzia di potersi recare al Blue Hole, è consigliabile soggiornare in Belize almeno 4/5 giorni, anche perché in caso di maltempo le uscite potrebbero essere cancellate.
Bisogna inoltre essere ben consci dell’aspetto economico, immergersi in questo paradiso costa parecchio: 260€ a persona per la giornata al Blue Hole, 240€ per quella a Turneffe, 40€ a immersione per le “local dives”.
IL GREAT BLUE HOLE
Il Great Blue Hole è una dolina carsica subacquea, ovvero una sorta di voragine circolare che sprofonda negli abissi; il suo diametro è di 300 metri ed è profondo 123 metri.
L’oceanografo Jacques-Yves Cousteau lo ha eletto come uno dei 10 siti di immersione più interessanti al mondo; è collocato all’interno dell’atollo di Lighthouse Reef, che presenta numerosi altri siti, non altrettanto originali, ma ugualmente spettacolari.
La giornata prevede 3 tuffi consecutivi: Blue Hole, Lighthouse Reef e Aquarium; si giunge sul posto dopo 3 ore di navigazione in mare aperto in acque perennemente agitate.
Lo spettacolo che si presenta ai nostri occhi è notevole, benché dalla barca non si riesca ad avere la visuale completa della cavità perfettamente circolare, i colori del mare delimitano l’inizio del drop-off, azzurro chiaro al di fuori del Blue Hole, blu scuro all’interno, ed è in quel blu scuro che noi scenderemo!
Dopo aver suddiviso in due gruppi Open Water e Advanced divers, il divemaster fa un lungo briefing, per spiegarci come ci si comporta in questa immersione profonda: appena entrati in acqua la corrente sarà forte, quindi dovremo scendere il più velocemente possibile, in verticale; il primo check sarà a 20 metri, dopodiché giù di altri 20. Avremo solo 3 minuti a disposizione per la discesa e 9 minuti a 40 metri, il resto sarà tutta decompressione in fase di risalita, per un totale di 25 minuti.
L’adrenalina è alle stelle e la barca oscilla notevolmente in balia delle onde, onnipresenti in questo tratto di mare, ma appena tocchiamo l’acqua, la strizza lascia il posto alla concentrazione.
Iniziamo subito la discesa, per fortuna non abbiamo problemi di compensazione e continuiamo a precipitare nel blu, in questa voragine che sembra non avere fine.
La visibilità è scarsa, c’è molta sospensione e le pareti del Blue Hole di roccia nera contribuiscono a rendere l’atmosfera ancora più tetra.
Due sono i motivi per cui si fa quest’immersione: vedere gli squali che stazionano nella zona e nuotare tra stalattiti millenarie a 40 metri di profondità.
Il tintinnio del cilindretto del divemaster segnala il primo squalo, un grigio che passa e se ne va.
Ci siamo distratti un attimo e ci rendiamo conto di essere già a – 37 metri; a questa profondità l’aumento della pressione fa si che si precipiti sempre più a fondo senza quasi accorgersene.
Arriviamo al traguardo – 40 metri – e dopo un attimo di smarrimento, appena mi rendo conto che tutto procede per il meglio, comincio a godermi il momento.
Pinneggiamo tra enormi stalattiti ed esploriamo anfratti e grotticine; sopra di noi vediamo le sagome in lontananza di altri due grigi che nuotano paciosi in cerchio. Un altro squalo nel frattempo ci sfreccia accanto ad una velocità impressionante, sembra un siluro e sparisce negli abissi del Blue Hole in un istante.
I 9 minuti a nostra disposizione ovviamente volano e dobbiamo iniziare a risalire.
Quando riemergiamo siamo tutti ammutoliti, un misto di stupore, soddisfazione, felicità e anche sollievo ci pervade, abbiamo superato brillantemente una delle immersioni più impegnative in assoluto, toccando una profondità alla quale difficilmente torneremo in futuro.
L’atmosfera a bordo diventa decisamente più rilassata e ci si prepara per il secondo tuffo, Lighthouse Reef.
Quest’immersione si svolge su di una parete verticale, un drop-off rivestito di coralli perfettamente intatti e di gorgonie giganti che ondeggiano nella corrente. Una grande varietà di pesci tropicali popola la barriera: palla, pietra, farfalla, chirurgo, barracuda, murene; avvistiamo anche una tartaruga e un’aquila di mare. Una grossa e socievole cernia ci tiene compagnia e uno squalo grigio di un paio di metri ci affianca e si avvicina a tal punto che riesco a vedere perfettamente la sua bocca ricurva.
Per pranzo sbarchiamo su di un micro atollino, Half Moon Caye, l’incarnazione del perfetto isolotto tropicale: la sabbia bianca come il borotalco, le palme e tutt’attorno una laguna dalle striature di verde, azzurro e blu.
Per la terza immersione ci portano ad Aquarium, un altro sito dove possiamo godere della bellezza della barriera corallina. L’ultimo tuffo della giornata è sempre il più tranquillo e il meno profondo, ci concentriamo sulle piccole creature marine come i nudibranchi ed esploriamo gli anfratti più nascosti alla ricerca di murene e aragoste.
E’ giunto il momento di rientrare a Caye Ambergris; inevitabile addormentarsi cullati dal dondolio della barca, ripensando alle forti emozioni che abbiamo provato.
TURNEFFE
L’atollo di Turneffe è uno dei più spettacolari del Belize, punteggiato di isolotti tropicali dalla sabbia bianchissima. Sull’isola principale sono presenti un paio di resort di lusso e l’isolamento è garantito, dato che si giunge sul posto dopo 2h30 di navigazione da Caye Ambergris.
La giornata prevede 3 immersioni: Elbow, Tarpon Creek e Mini Elbow.
Tutti e 3 i tuffi si svolgono in parete e sono spettacolari e paragonabili, per bellezza della barriera corallina e quantità di pesce, alle immersioni a Lighthouse Reef (Blue Hole).
La varietà di coralli duri e molli è notevole, le immancabili gorgonie giganti arricchiscono la barriera popolata dai colorati pesci tropicali, murene, tartarughe, squaletti e aquile di mare. Quest’ultime sono sicuramente le protagoniste del sito, sinuose ed eleganti sfilano a pochi metri di distanza da noi, ma giusto il tempo di provare ad inseguirle e in pochi secondi spariscono negli abissi.
Per pranzo la barca si ancora in una secca, una laguna di un azzurro mai visto, intenso, accecante, cristallino, tanto da sembrare surreale. C’è chi fa snorkeling, chi si crogiola al sole a prua, chi non smette di fare foto; io rimango imbambolata a contemplare i colori.
Immergersi a Turneffe costa caro, si parte alle h 5 del mattino, si naviga in acque mosse per più di 2 ore, ma la spettacolarità del posto e delle immersioni ripaga della fatica fatta per raggiungere questo paradiso tropicale.
IMMERSIONI SULL’HOUSE REEF
Le “local dives” rappresentano l’alternativa nel caso in cui non ci si voglia spingere fino al Blue Hole o a Turneffe.
Queste immersioni vengono effettuate sulla barriera corallina di fronte a Caye Ambergris, che si raggiunge in pochi minuti di navigazione, permettendo di rientrare al centro diving tra un tuffo e l’altro, oltre che di risparmiare un bel po’ di soldi.
HOL CHAN MARINE RESERVE E SHARK RAY ALLEY
Questi due siti sono i più celebri della zona, il primo, Hol Chan Marine Reserve, per il passaggio di squaletti e aquile di mare, il secondo, Shark Ray Alley, per l’avvistamento – garantito – di interi banchi di squali nutrice e grosse razze.
Ad Hol Chan ci si può immergere, oppure si può optare per lo snorkeling. Consiglio l’immersione, poiché la barriera corallina è profonda e snorkelando in superficie non si ha una buona visibilità. Abbiamo avvistato uno squalo, un’aquila di mare e una tartaruga nel giro di pochi minuti.
Shark Ray Alley è invece un sito esclusivamente di snorkeling, dato che il fondale è poco profondo. I barcaioli buttano in acqua le sardine per attirare gli squali nutrice, una specie di squalo assolutamente innocua per l’uomo. Nel giro di pochi minuti questi bestioni si ammassano attorno alle barche, si ha quasi paura di cadergli addosso tuffandosi in acqua, tanta è la disinvoltura con la quale si avvicinano all’uomo in attesa dei loro bocconi.
Certamente ritengo eccessivo il modo in cui questi squali vengono attirati verso le barche, rappresentando ormai un’attrazione turistica, ma non posso negare che nuotare in mezzo ad una trentina di nutrice di 2 metri di lunghezza sia un’emozione indimenticabile.
GLOVER’S REEF
Glover’s reef è un atollo corallino nel sud del Belize, di fronte alla cittadina di Dangriga, a 110 km da Belize City.
Pare che i siti d’immersione in questa zona non siano così conosciuti e, di conseguenza, ancora incontaminati.
Se in futuro dovessimo ritornare in Belize, sicuramente la nostra scelta ricadrebbe su questa località.
Il Belize conquista il podio dei siti subacquei più spettacolari in cui mi sia immersa, secondo solo a Borneo e Sulawesi, in Malesia e Indonesia.
Peccato non aver potuto immortalare come avrei voluto il mondo sottomarino, avendo, aimè, dimenticato a casa l’obiettivo per lo scafandro subacqueo…per fortuna le immagini e le emozioni del Blue Hole, dei suoi squali, della popolatissima e colorata barriera corallina sono ben impresse nella mia memoria e nel mio cuore.
Raccomandazioni
La temperatura dell’acqua è di 28° (agosto), questo permette di utilizzare una mezza muta da 3 millimetri; tuttavia, dato che al Blue Hole e a Turneffe si fanno 3 tuffi consecutivi, è preferibile la muta intera, anche per una questione di protezione dai coralli.
Gli Open Water possono prendere parte all’immersione al Blue Hole, benché si scenda ad una profondità non consentita dal suddetto brevetto. Per fortuna gli incidenti sono rari, ma scendere a 40 metri non è uno scherzo e solo chi ha la dovuta preparazione dovrebbe farlo.
Ovviamente l’esperienza di un subacqueo non dipende necessariamente dal brevetto posseduto, ma dal numero di immersioni fatte; ritengo che per affrontare un’immersione così profonda e in mare aperto si debbano avere almeno 60 tuffi all’attivo.