MESSICO – CENOTES E IMMERSIONI
Yucatan | Messico – agosto 2015
Un’esperienza subacquea indimenticabile
La penisola dello Yucatan, in Messico, è caratterizzata dalla presenza di innumerevoli cenotes, grotte collassate che dall’alto assomigliano a piccoli laghetti circolari sprofondati nella terra, da cui partono una serie di cunicoli sotterranei, alcuni dei quali arrivano fino al mare.
Ci sono cenotes in cui è possibile fare immersioni subacquee ricreative, altri invece sono ancora in fase di esplorazione da parte degli speleosub.
L’immersione in un cenote è un’immersione in grotta e, per quanto ci siano delle vie di fuga – talvolta – è un’immersione impegnativa, da affrontare con la dovuta preparazione e solo se si ha un buon controllo dell’ansia.
Tulum, vivace cittadina della riviera Maya situata 130 km a sud di Cancun, è un ottimo punto di partenza per organizzare questa esperienza subacquea.
I centri diving si susseguono lungo la via principale del paese e non vi è che l’imbarazzo della scelta; i prezzi e le proposte si equivalgono, per cui conviene affidarsi al diving che ispira maggiore fiducia.
Noi ci siamo appoggiati ad Acuatic Tulum Dive Center, un piccolo centro gestito da messicani. I due divemasters che ci hanno accompagnati si sono rivelati molto preparati e abbiamo apprezzato il fatto di essere solo noi due con le guide, anziché essere inseriti all’interno di un gruppo più numeroso.
Ecco alcuni tra i principali cenotes nei dintorni di Tulum:
Gran Cenote
Casa Cenote
Temple of Doom
The Pit
Dream Gate
Pet Cemetary
Angelita
Dos Ojos
Il livello di difficoltà varia ovviamente da un cenote all’altro; Angelita, ad esempio, è un cenote impegnativo a causa della profondità che si raggiunge durante l’immersione, 35 metri, e questo lo rende accessibile solo a subacquei molto esperti, trattandosi di un’immersione ai confini con la subacquea tecnica.
Noi abbiamo optato per Dos Ojos, una giusta via di mezzo.
Conviene lasciarsi consigliare dal centro diving, che stabilirà il cenote più adatto in base alla propria preparazione ed esperienza.
CENOTE DOS OJOS
Come il nome stesso suggerisce, Dos Ojos è costituito da 2 cenotes principali affiancati (due occhi).
L’immersione non è profonda, massimo 10 metri, questo permette di prolungare il tempo di fondo godendosi più a lungo i paesaggi subacquei.
L’acqua è dolce, limpidissima e fresca (22°) ed è consigliata una muta da 5 millimetri; a meno che non si abbia la propria muta, i centri diving locali solitamente affittano mute da 3 millimetri, ma per i più freddolosi, come me, è preferibile mettere due mute una sopra all’altra, considerando anche il fatto che le immersioni sono piuttosto lunghe, 60 minuti.
In loco è possibile farsi fare, a pagamento, foto e video dell’immersione.
Nel cenote Dos Ojos si effettuano 2 tuffi consecutivi, Barbie Line e Bat Cave.
Barbie Line
Appena ci tuffiamo rimaniamo colpiti dall’acqua cristallina, dalla visibilità perfetta e dalla totale assenza di corrente; ripassiamo i segnali da utilizzare durante l’immersione, accendiamo la torcia, sgonfiamo il gav e scendiamo.
Nel giro di pochi minuti abbandoniamo il bacino principale e ci addentriamo, in fila indiana – la guida, io, Enri e l’altra guida – in una serie di cunicoli e grotte.
Benchè ci siano alcuni passaggi “chiusi” e leggermente claustrofobici, per il resto c’è spazio a sufficienza da sentirsi a proprio agio, le caverne sono ampie e i cunicoli non eccessivamente labirintici.
Sul fondo è presente una cima di sicurezza, che segna il percorso da seguire nel caso in cui ci si dovesse perdere.
Guardandomi attorno mi rendo conto che le eventuali vie di fuga sono parecchie, quasi ogni decina di metri ci sono spaccature nelle rocce che, in caso di emergenza, permetterebbero di risalire in superficie; queste stesse spaccature lasciano filtrare la luce dall’esterno, creando dei giochi di colore molto suggestivi.
Si pinneggia in mezzo a giganti stalattiti millenarie e ci si gode il momento; in un cenote non ci sono pesci da cercare – se non qualche micro pescetto di acqua dolce – semplicemente si ammira l’incredibile paesaggio circostante.
A metà immersione giungiamo al limite estremo della caverna, dove troviamo una Barbie infilata nella bocca di un finto coccodrillo, da qui il nome dell’immersione, Barbie Line.
Torniamo indietro esplorando altri cunicoli e anfratti e quando riemergiamo in superficie, dopo 60 minuti, siamo entusiasti.
Bat Cave
Il secondo tuffo si rivela decisamente più impegnativo del primo, non per la profondità, che è irrisoria – 8 metri – quanto per il fatto che l’immersione si svolge completamente al chiuso, ovvero non sono presenti vie di fuga.
45 minuti di adrenalina pura, dove mantenere la calma è assolutamente fondamentale e non ci si può permettere di farsi prendere dal panico.
I passaggi sono molto più stretti rispetto alla precedente immersione, le grotte più buie, i cunicoli decisamente labirintici.
La torcia è fondamentale, se dovessimo spegnerla rimarremmo completamente al buio.
A metà immersione possiamo rilassarci qualche istante, poiché risaliamo in superficie in un piccolo cenote secondario, Bat Cave, popolato da centinaia di pipistrelli che se ne stanno appollaiati sulle rocce; l’interno della cavità è impressionante, completamente rivestito da stalattiti che sembrano attaccate alla parete per un pelo e pronte a caderci in testa da un momento all’altro.
Riprendiamo l’immersione e sulla via del ritorno abbandoniamo, in alcuni punti, il tracciato segnato dalla corda, per esplorare qualche anfratto più nascosto; per fortuna si tratta di brevi istanti e nel giro di poco ecco ricomparire la fedele cima sul fondale, che ci riconduce nel bacino principale dove riemergiamo.
Al termine della giornata siamo euforici, l’adrenalina che ci ha regalato questo nuovo tipo di immersione, un misto di curiosità e paura, non la scorderemo facilmente.
Ora siamo pronti a tornare negli abissi marini più classici, dove ci attendono colorate barriere coralline con i loro vivaci abitanti.